10 secondi!
10 secondi: il tempo a disposizione di chi decide, con un clic, di bannare per 24 ore, 7 gg o un mese, un utente Facebook che abbia violato i famosi Standard della Comunità di Facebook. Si avete letto bene, ci vuole di più a leggere questa introduzione che a decidere di buttar fuori da Facebook un utente, a volte poi per sempre! Occorre più tempo anche per scegliere 3 gusti per un cono gelato!
Il giornale inglese The Guardian ha rivelato le linee guida di Facebook dopo aver visionato oltre 100 manuali e documenti interni (in Italia la notizia è stata diffusa anche dal Sole24 Ore); così sappiamo, almeno in linea di massima, come agiscono, ma soprattutto IN QUANTO TEMPO gli operatori di Facebook decidono se un contenuto pubblicato sul loro social network, segnalato da altri utenti o individuato dai famosi “algoritmi” costituisca giusta causa per buttar fuori l’utente 1, 7 o 30 giorni. Da alcuni operatori il giornale inglese ha saputo che loro sono spesso sopraffatti dal lavoro e a volte hanno APPENA 10 secondi per prendere una decisione. Ma quale capacità di discernimento può avere un operatore per prendere una decisione che può impattare sulla presenza in rete di utenti che, magari, hanno anche un seguito, una particolare reputazione (e per questo facili destinatari di segnalazioni avverse più per motivi politici che per reali e chiare violazioni)? Inoltre, moltissimi casi che non penseremmo mai siano permessi, sono consentiti, come ad esempio i casi di autolesionismo ripresi in video live perché, sempre come detto negli Standard di Facebook, non vogliono punire o censurare gente in angoscia che sta tentando il suicidio (“doesn’t want to censor or punish people in distress who are attempting suicide”); ma se, invece, in questi casi gli operatori fossero messi in grado di chiamare il 118 per tentare di salvare il malcapitato, non sarebbe meglio?
Per non parlare poi dei casi di moderatori sottopagati e sovraccaricati (e come fanno poi a fare bene il loro lavoro?) e di tutta una lunga serie di rivelazioni presenti nei Facebook Files del Guardian! Questi sì andrebbero approfonditi, altro che guardare le fictions degli X-Files; questo succede veramente nelle società tecnologiche del XXI secolo! Certo, con circa 1 milione di interazioni al MINUTO (post, aggiornamenti di stato e caricamento di immagini) anche in Facebook hanno da fare, ma le sollecitazioni a Facebook per rimediare a questo problema continuano.
Più sei scomodo, più ti bannano, oppure ignorano chi ti perseguita!
Prendiamo poi alcuni casi in Italia: il Social Network Facebook non riesce nemmeno a tutelare un personaggio pubblico come la giornalista della RAI e conduttrice di Report quale Milena Gabanelli, che ha più volte denunciato l’innumerevole quantità di pagine fasulle (ovviamente create contro le regole di Facebook) e che la impersonavano con la sua immagine; la giornalista ha dichiarato che non sta ricevendo alcuna assistenza decente da oltre un anno. Facebook riesce però a buttar fuori dal social web tanti personaggi scomodi in pochi secondi. Segno che è un Social Network molto di parte, che i personaggi sono molto scomodi o che queste famose regole della comunità valgono solo fintanto che l’utente non diventa scomodo?
C’era già stato il caso come quello del 2016 che ha riguardato Mario Adinolfi, bannato per un mese dopo che aveva denunciato su una pagina Facebook i creatori di un gioco il cui scopo era quello di uccidere dei personaggi, ed il personaggio da uccidere per gioco ( … “gioco” …) era Mario Adinolfi stesso; ban ripetuto nel 2017 dopo che lo stesso Adinolfi aveva pubblicato un post contro corrente sul caso della eutanasia in Svizzera di DJ Fabo: altri 30 gg! Però poi gli utenti della rete sono liberi di navigare per il social network tranquillamente dopo aver inviato offese e persino minacce personali a lui e alla sua famiglia (forse scopriremo che l’odio sul web si dividerà in “hate speech” da censurare ed “odio buono” da tollerare!).
Per cui l’impressione finale, visto che si va delineando un uso quasi politico di Facebook, è che non ci si può aspettare che questo Social Network sia principalmente Social, ma che sia probabilmente molto Political e poco Social!
Quando un’azienda raggiunge le dimensioni che hanno Facebook, Google, Apple, Twitter, diventa inevitabilmente un soggetto politico. Non voglio discutere sul fatto che sia un bene o un male; ma è sicuramente un male non rendersi conto di questo.