La Microsoft spinge a pubblicare contenuti personali, anche di minori, sul WEB

Le nuove soluzioni tecnologiche sono sempre state il mezzo di trasporto ideale per la sfrenata corsa verso le nuove comunità virtuali, luogo dove ormai l’esibizione e la comunicazione si confondono ma sempre più a scapito della privacy, soprattutto dei minori!

A partire da un aggiornamento dell’autunno 2017 per Windows 10, la Microsoft ha introdotto Story Remix, un nuovo software di montaggio video che sostituisce il famoso Movie Maker, ormai dismesso. Il video di presentazione presenta le possibilità di questo software dove si vede chiaramente che un filmato di un bambino di pochi anni viene messo in rete (dal solito papà un po’ impacciato) per condividerlo con il contatto della mamma.

Si potranno produrre video multimediali a partire da proprie foto, musiche, filmati, animazioni 3D ed anche contenuti di Realtà Virtuale che il software riconoscerà automaticamente (individuerà anche i volti delle persone) ma, addirittura, si potranno prelevare foto e video degli altri utenti che saranno pubblicate in uno spazio pubblico sul WEB chiamato Remix3D.

Tutte le riviste on line del settore rimandano il video della Microsoft senza porsi nemmeno il problema della privacy dei minorenni e dei bambini in generale. Ma le domande da fare, ancor prima di consultare gli articoli della legge (tra cui il recente GDPR) sono le seguenti:

La condivisione on-line di un video dei figli, seppur limitata ad una lista di nostri contatti non è un serio problema di privacy? La semplice sfera privata di un bambino che pedala felice in casa non dovrebbe rimanere personale alla sua famiglia senza passare per il web, il cloud o altri spazi virtuali?

Invece Microsoft usa proprio questa situazione per propagandare il proprio strumento software, ma in effetti si coglie la spinta ormai diffusissima sui Social Network a produrre e diffondere quanto più possibile i propri contenuti personali.

Come si vede dal fotogramma al tempo 00:30, il video, una volta completato, può essere diffuso ad una lista di CONTACTS (= Contatti). Ma gli articoli delle riviste specializzate riportano che si potrà poi PRELEVARE e RIUTILIZZARE questi contenuti una volta pubblicati, per produrre altri video ed altri contenuti. Insomma, se un utente qualsiasi volesse poi montare un video alla Shining, con un triciclo che gira per casa, e vedesse sul portale Remix3D un video come questo qui della Microsoft (o su una qualche altra futura comunità on-line a cui la Microsoft darà accesso), sarebbe autorizzato a prendere e a riutilizzare come vuole questi contenuti?

E i genitori che questi contenuti li pubblicano, saranno perfettamente al corrente dei permessi che stanno concedendo sui “propri” video? (“propri” si fa così per dire, perché una volta condivisi questi video, i contatti autorizzati potranno vederli e, quindi, potranno scaricarne una copia).

E due ultime domande, che poi sono sempre quelle della presenza dei bambini nella pubblicità e in tanti altri contesti:

Il bambino ha coscienza del fatto che i genitori ne prestano l’immagine, oggi a Microsoft, domani a chiunque?

Il bambino, non potendo reclamare a posteriori la propria privacy, non è qui il più danneggiato?

Anche in questo campo della tecnologia ricadono quindi le tendenze morali ed etiche della società contemporanea: si sta dimenticando che i più piccoli e i più deboli sono quelli che vanno sempre più tutelati!

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