Le insidie tecnologiche dei Social Network alla coscienza e alla libertà dell’uomo

Noi pubblichiamo i nostri contributi su Facebook (e su tutti gli altri social network tramite i quali interagiamo con i nostri “amici”) per tessere la nostra rete di relazioni sociali e, se lo decidiamo, ne consentiamo l’accesso pubblicamente a tutti gli utenti di queste reti oppure ne limitiamo la visibilità alla cerchia degli amici (o a quella molto più vasta degli amici degli amici); ma per via del consenso dato al momento dell’iscrizione condividiamo con i gestori del social network anche quello che non sappiamo di sapere e non sappiamo di condividere, ma che si può dedurre dall’insieme delle informazioni, anche non strutturate, reperibili durante la nostra navigazione; gli informatici chiamano questo “Data Mining”. Noi impieghiamo il nostro tempo (e spesso anche denaro) per completare il nostro contributo ma i gestori dei social network hanno una enorme potenza di calcolo per acquisire altri dati che difficilmente avremmo pensato di fornire o che non possiamo conoscere, nel nostro piccolo, ma il cui insieme è visibile “ai piani alti” del network.

Lo scopo storico: massimizzare il numero di utenti sui social network per indirizzarvi il business della pubblicità e dei servizi a pagamento tramite strumenti di analisi per fornire gli annunci diretti ai singoli utenti “profilati” socialmente ed appartenenti a specifiche classi di marketing.

Lo scopo futuro: i social network sono diventati uno strumento per l’acquisizione del consenso di massa tramite gruppi utilizzabili anche come aggregazioni “quasi” politiche per la diffusione di contenuti rispondenti a particolari condizioni stabilite, che possiamo chiamare anche Pensiero Unico, Standard della Comunità o Politicamente Corretto, ecc. al fine di arrivare, tramite un granulare livello di controllo, alla gestione di tutti i gruppi in cui gli utenti si sono organizzati e di tutte le classi di utenti in cui, di volta in volta, possono essere inquadrati. Ed il bello è che sono gli stessi appartenenti che inseriscono negli archivi informatici del network le CHIAVI per auto-includersi nelle apposite classi e, con una tecnica molto simile alla delazione, contribuiscono a DENUNCIARE chi non ne deve far parte. E questo si propaga anche all’esterno del network, in quanto, con opportuni filtri, i contenuti esterni saranno SEGNALATI e, ad un certo punto, non saranno più raggiungibili dall’interno, quindi CENSURATI.

Vediamo alcune di queste informazioni, i possibili rimedi e le cose che inconsciamente forniamo:

  1. Controllo della navigazione:
    1. Navighiamo fuori dalla gabbia di Facebook!
    2. Cosa e quanto leggiamo con le APP di Facebook & Co., lo sanno e lo usano!
    3. L’immagine può contenere: 1 persona, primo piano e spazio all’aperto
      Questi articoli sono stati pubblicati sul libro Contro Corrente vol. n. 5 – Libertà
  2. Censura, “ban” e “gender”
    1. Un clic su Facebook e sarai bannato tu, i tuoi seguaci e tutte le vostre idee!
    2. Fuori in 10 secondi! E sei bannato da Facebook.
  3. Minori e Social Network:
    1. Perché i minorenni dovrebbero stare alla larga dai social network e da Facebook
    2. La Microsoft spinge a pubblicare contenuti personali, anche di minori, sul WEB
    3. Minorenne bannato per errore da un server Minecraft. O per fortuna!
  4. Social Network e Politica:
    1. Il Nuovo Facebook Mondiale di Zuckerberg: l’in-dividuo non esisterà più!
    2. Le nuove comunità tecnologiche? Fondate sull’odio!
    3. Google traccia la strada degli LGBT e l’acquisizione dati prosegue!

About the author

Rispondi